mercoledì 19 dicembre 2012

Certezze

"Non lo perdonerei mai!" afferma Cecilia durante una discussione in classe, quelle che partono dalla lettura di un brano antologico e si allargano su tematiche più o meno (o per nulla) attinenti alla vicenda trattata.
La discussione è scivolata sulla opportunità o meno di perdonare un tradimento (di un amico / di un partner, etc.).
La fiducia che si dà alle persone cui si vuole bene, sostiene Cecilia, non deve in alcun modo essere tradita. Ecco perché, afferma, non è disposta a perdonare. Per nessuna ragione al mondo.
La osservo attentamente mentre, infervorata, sostiene le sue argomentazioni che alcuni dei suoi compagni condividono, altri no.
Quello che mi colpisce è la perentorietà delle loro affermazioni. Incrollabili. Come se fossero assolutamente certe. Quando si hanno quindici anni, o giù di lì, si ha bisogno di certezze. E si afferma che mai e poi mai accadrà che ...
Poi, man mano che gli anni passano e la vita ci pone davanti a una serie di circostanze, può accadere che quelle certezze, che ritenevamo dogmi, vacillino.
E forse, anche se le auguro che mai accada, anche Cecilia, tra dieci, venti, trent'anni, sarà costretta a mettere in discussione le sue attuali certezze.
(Già pubblicato sulla piattaforma Splinder il ‎6 ‎dicembre ‎2009)

lunedì 3 dicembre 2012

Scrivere

Io ho sempre adorato scrivere, fin da bambina.
Mi piaceva già da allora mettere su carta i miei pensieri, le mie riflessioni, raccontarmi la mia vita o scrivere brevi storie.
Ricordo che d'estate, talvolta, quando ero in vacanza a casa della nonna, i suoi vicini di balcone aspettavano il momento che io leggessi il racconto che avevo appena scritto.
Poi mi riempivano di elogi. Non so se li meritassi davvero, quegli elogi. Certo, per loro era un modo per trascorrere quelle calde serate estive. Per me era un modo per esercitarmi. Per usare le parole, plasmarle, metterle al servizio delle emozioni.
Durante l'adolescenza ho riempito pagine e pagine di agende che fungevano da diari. Tre di quelle agende, diventate famosissime tra i miei amici più cari, se non altro perché le portavo sempre in giro con me, in una borsa di cuoio da cui non mi separavo mai, le bruciai il pomeriggio di un 31 dicembre.
Un po' mi dispiace, adesso, averle distrutte. Sarebbe stato interessante ricercare in quegli scritti l'adolescente che ero, i suoi sogni, i suoi desideri, le sue emozioni.
Ma forse é stato giusto così, allora. Continuavo a guardarmi indietro, rifiutando di fare delle scelte necessarie. In fondo, quello che sono adesso è anche il risultato di quel falò, in cui simbolicamente avevo distrutto il passato per incamminarmi verso nuove emozioni.
 

(Già pubblicato sulla piattaforma Splinder domenica ‎11 ‎luglio ‎2010)

domenica 2 dicembre 2012

Genitori e figli

"Figli si nasce. Genitori no." E quanto più è complesso il contesto in cui i figli cresceranno, tanto più ci si dovrà applicare per fare bene il genitore. Perché ad essere genitori si impara, come accade per tutte le arti. Non è destino, non è caso, come ci si è illusi negli ultimi vent'anni