lunedì 12 dicembre 2011

a caccia di un uomo... purché respiri...

Mi diverte osservare il mondo. Mi diverte osservare le persone, le loro manie, i loro comportamenti. Anch'io mi osservo. E mi prendo in giro. L'ironia e l'autoironia sono, a mio avviso, due preziosissime doti che non rendono la vita migliore ma aiutano a viverla meglio.
Osservando, mi imbatto spesso in donne alla caccia di un uomo. I tempi, nel nostro paese, sono cambiati, quarant'anni fa pochissime donne (pur ugualmente alla caccia) avrebbero avuto il coraggio di essere sfrontate come lo sono adesso le cacciatrici. Ma i modi, secondo me, sono rimasti pressoché gli stessi.
Innanzitutto i comportamenti: tali donne, in presenza di un papabile, ammutoliscono o cominciano a ridere o parlare animatamente: enfatizzano il loro modo di essere, nel tentativo di attirare l'attenzione su di sé.
Sbirciano poi (se hanno circa trent'anni ma anche qualche anno di meno) l'anulare del papabile, alla ricerca di informazioni sul suo stato anagrafico. Ma care signore, ve lo devo dire io che gli uomini che decidono di diventare prede, anche se occupati si sfilano la fede non appena fuori dalla porta di casa per risistemarla al rientro? E ve lo devo dire io che ci sono donne (io) che, dopo attenta osservazione degli uomini, si sposano solo alla condizione di non avere al dito la fede (è una convenzione come un'altra, e io detesto le convenzioni!) Pertanto mio marito, ad esempio, va in giro libero senza fede ma è occupato (almeno credo!).
La verità è che un uomo (o una donna) la si conquista rimanendo sé stessi e, soprattutto lasciandogli (/le) la libertà di stare con noi: senza inganni, senza sotterfugi, avendo il coraggio di dirsi ciò che siamo realmente anche se non ci piacciamo. Soprattutto è importante in primo luogo che ciascuno di noi capisca chi è e si accetti per quello che è: altrimenti, come si può pensare che un altro possa farlo al posto nostro?

(Già pubblicato su altra piattaforma il 4 agosto 2008)

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