domenica 11 novembre 2012

Cultura dominante (1)

"Le donne sono donne per struttura fisiologica; fin dal più remoto passato furono subordinate all'uomo; la loro subordinazione non è la conseguenza di un fatto o di uno sviluppo, essa non è avvenuta. [...]
[...] l'azione delle donne non è mai stata altro che un movimento simbolico: esse hanno ottenuto ciò che gli uomini si sono degnati di concedere e niente di più, non hanno strappato niente, hanno ricevuto. Il fatto è che non hanno i mezzi concreti per raccogliersi in una unità in grado di porsi, opponendosi. Le donne non hanno un passato, una storia, una religione [...]. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini - padre o marito - più strettamente che alle altre donne; e ciò per vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale. [...] Il legame che la unisce ai suoi oppressori non si può paragonare ad alcun altro. La divisione dei sessi è un dato biologico, non un momento della storia umana. La loro opposizione si è delineata entro un "mitsein" originale e non è stata infranta. La coppia è un'unità fondamentale le cui metà sono connesse indissolubilmente l'una all'altra. Nessuna frattura della società in sessi è possibile. Ecco ciò che essenzialmente definisce la donna: essa è l'Altro nel seno di una totalità, i cui due termini sono indispensabili l'uno all'altro. [...]
[...] la donna è sempre stata, se non la schiava, la suddita dell'uomo; i due sessi non si sono mai divisi il mondo in parti uguali e ancora oggi, nonostante la sua condizione stia evolvendosi, la donna è grandemente handicappata. Si può dire che in nessun paese l'uomo e la donna hanno una condizione legale paritetica e spesso la differenza va a duro svantaggio della donna. Anche se astrattamente le sono riconosciuti dei diritti, una lunga abitudine impedisce che essi trovino nel costume la loro espressione concreta. [...] Oltre la forza concreta, posseggono un prestigio del quale l'educazione dell'infanzia tramanda la tradizione: il presente assorbe il passato, e nel passato la storia è stata fatta dai maschi. Nel momento in cui le donne cominciano a prender parte all'elaborarsi dei fatti umani nel mondo, si trovano davanti a un mondo che appartiene ancora agli uomini; i quali non mettono in dubbio i propri diritti, mentre le donne incominciano appena a farlo."
Tratto da: Simone de Beauvoir: "Il secondo sesso", Traduzione di Roberto Cantini e Mario Andreose, Il Saggiatore, 1994, Pgg. 18 -20. (Prima edizione in lingua originale: Gallimard, Paris, 1949)
(‎Già pubblicato sulla piattaforma Splinder giovedì ‎1 ‎luglio ‎2010)

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