domenica 21 aprile 2013

Parole e silenzi assordanti

Quando le parole non bastano più, si tace. Si tace perché si è stanchi di urlare la propria rabbia, la propria delusione, il proprio disincanto, la propria inquietudine.
Si tace perché ci si rende conto che parlare darebbe adito ad equivoci, sarebbe occasione per fomentare un litigio, l'ennesimo, figlio di incomprensioni e di interpretazioni che non coincidono nelle intenzioni di chi parla e di chi ascolta.
Si tace. E quel silenzio diventa sempre più assordante. E' una porta che si apre e si richiude, silenziosamente. E' una rabbia che cova e che sale sempre più in alto, sempre più, fino, a volte, precipitare malamente. Un gesto, forse un volo. E poi solo un assordante silenzio.

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