mercoledì 13 febbraio 2013

Non sopporto...

- l'arroganza di chi pretende di imporre il proprio modello di vita, le proprie idee, i propri principi insultando e disprezzando chi non la pensa come lui
- la falsità e l'ipocrisia di chi nasconde la propria meschinità dietro principi che poi, sistematicamente, viola
- l'intolleranza e la maleducazione
- la protervia di chi crede che conti solo il denaro e che tutto possa essere comprato
- la superbia di chi si fregia della sua ignoranza e in nome di quest'ultima disprezza la cultura e il piacere del sapere
Il vero problema è che, da almeno tre lustri, sono questi i comportamenti e i valori diffusi sul territorio nazionale. E poi ci si chiede come superare la crisi...
Le crisi, in primo luogo, le si superano se si ha un progetto. Meglio ancora se tale progetto è illuminato da valori etici. Tutto il resto sono vuote chiacchiere da bar o da talk show.
 
(Rielaborazione di un vecchio post già pubblicato sulla piattaforma Splinder il 2 ‎dicembre ‎2008)

Tornare

Ogni volta che mi capita di tornare nella regione in cui sono nata e in cui ho passato poco meno di un terzo della mia vita, vengo colta da un senso di estraneità. "Che ci faccio qui?" mi capita di pensare e, contemporaneamente, mi sorprendo a pensare che, in fondo, non c'è nessun luogo in cui vi siano le mie radici.
Nata in Puglia ma portata (o "deportata", come una collega simpatica amava dire a proposito della sua situazione assai simile alla mia) a soli due mesi in Liguria, ho trascorso lì la prima parte della mia esistenza.
Alla Liguria sono tuttora molto legata anche se, già da bambina, c'era chi mi considerava un'estranea. "Napoletana": mi chiamava così qualcuno (da Roma in giù, per qualcuno, tutti sono "napoletani") ed io sentivo il peso dell'essere "diversa".
Quando, a dodici anni, la mia famiglia ritornò nella regione d'origine dove io ero nata, scoprii che anche lì mi consideravano un'estranea. Non conoscevo e non capivo il dialetto, avevo abitudini differenti. In sintesi, anche lì ero considerata diversa. Inoltre, non apprezzavo nulla di quei luoghi (le spiagge della mia amata Liguria erano belle, anche e soprattutto perchè circondate dalle colline) e mal tolleravo la faciloneria e l'invadenza dei più, che veniva definità simpatia e disponibilità. Per me, taciturna e riservata, non era così.
Cominciai allora a pensare che, appena ne avessi avuto la possibilità, sarei andata via. In Liguria, possibilmente, o in qualunque altro luogo purché fosse più confacente a me stessa. Ero ormai consapevole che sarei sempre rimasta comunque un'estranea o, almeno, senza radici.
Quando, più di un quarto di secolo fa, arrivai a Bergamo, città in cui tuttora vivo, pensai che fosse adatta a me. Considerata comunque in principio un'immigrata "terrona" per lavoro, mi sorprendevo sempre più a familiarizzare con i colleghi lombardi piuttosto che con i pugliesi, i siciliani, i calabresi, i laziali, etc.
Non mi mancavano e non mi mancano né l'olio buono né le mozzarelle di bufala né i pomodori "come i nostri".
Insomma, a Bergamo sto davvero bene. Adoro le sue Mura e la sua bellezza, il suo cielo terso dopo una nevicata o dopo la pioggia, la sua efficienza. L'ho adottata come mia città (o Bergamo ha adottato me).
 
Così,  benché mi dispiaccia, tutte le volte che riparto dalla Puglia, lasciar lì i miei ormai anziani genitori e gli amici cui sono più profondamente legata, penso sempre che ogni volta, in fondo, mi pesa tanto tornarvi.
(Rielaborazione di un vecchio post già pubbl‎icato sulla piattaforma Splinder il 17 ‎gennaio ‎2009)

Narrazione e narratori

Ci sono persone che sembrano nate per narrare. E non c'è niente di meglio che stare ad ascoltarle o a leggerle, intrigati dalla loro narrazione accattivante, avvolgente, che consente di vedere luoghi inesplorati, personaggi mai incontrati, situazioni sconosciute come se fossero davvero vissute.
Al di là nei narratori famosi, io ho la fortuna di conoscere persone così.
Fini cesellatori dell'arte del narrare la cui abilità, a volte, nascondono anche a sé stessi o rivelano solo a pochi privilegiati.
(Post già pubblicato sulla piattaforma Splinder il 23 luglio 2010)